Quante volte ci siamo sentiti dire “Almeno per una volta, mettiti nei miei panni!”.
Realizzarlo non è così semplice, qualche utile suggerimento per inoltrarsi nell’arte del capire gli altri.
Inizio con alcuni esempi.
- Un bimbo si fa male, inizia a piangere e noi gli diciamo: ”ma va là, non piangere, vedi che non ti sei fatto niente?”.
Questo non è mettersi nei suoi panni perché lui in quel momento piange e prova dolore, se noi affermiamo che non si è fatto nulla non stiamo accogliendo e riconoscendo il suo sentire e si sentirà sminuito.
Se il nostro è un tentativo di passare il messaggio che non sia niente di grave, dobbiamo farlo dopo che ci siamo interessati a lui e a quello che gli sta accadendo.
Con qualche domanda gli facciamo capire che siamo lì, che diamo importanza a quello che gli è successo e facendolo sentire adeguato, lo possiamo rassicurare.
- Quando la moglie dice: “Non ci sei stato tutto il giorno e io avevo bisogno di te!”.
Lo sa benissimo che lavori, che sei impegnato, che anche tu hai mille pensieri, probabilmente ti sta “solo” dicendo che quel giorno è stato più impegnativo del solito e che avrebbe avuto bisogno di un po’ più di attenzione.
Non ti sta accusando, anche se sembrerebbe, sta esprimendo il suo stato d’animo, mettiti nei suoi panni e dille: ”Mi dispiace molto non esserci stato quando ne avevi bisogno”.
Ma chi ha mai provato veramente a mettersi nei panni di qualcun altro?
Impegnarsi a farlo significa fermarsi, osservare quello che sta succedendo e, quasi fisicamente, spostare l’attenzione da noi all’altro.
Il suggerimento più semplice è di osservare la persona che abbiamo di fronte, dedicarle qualche secondo per percepire cosa sta provando e rispondere di conseguenza.
Non reagendo e diventando responsabili della risposta più adeguata, la persona sarà grata dell’attenzione ricevuta e la relazione, qualsiasi essa sia, ne trarrà un grande beneficio.
Se pensi che mettersi nei panni degli altri sia una dote innata leggi questo interessante articolo: https://www.modellidicomunicazione.com/intelligenza-emotiva/

Ognuno di noi è in possesso di un enorme mazzo di chiavi e quando usi quella giusta per entrare nei panni dell’altro succede quello che scriveva Rollo May del counseling:
“E’ come invitare chi ha viaggiato alla neve e al gelo a entrare in casa nostra e sedersi per un’ora davanti al fuoco.”
La persona si sentirà compresa e inizierà a pensare che non serve più fare così tanta fatica per essere, finalmente, capita.
Se ti stai chiedendo perché non dovresti essere tu a poter dire “Mettiti nei miei panni!”, chiediti semplicemente quanto valore ha per te quella persona e troverai la risposta!
Provaci, fammi sapere come andrà e se ti è piaciuto l’articolo condividilo con chi ami.
Marco